Buongiorno, la mia piccolina, che ha 40 giorni, vuole stare sempre a contatto con me ed odia dormire sulla schiena.
La pediatra mi sta spingendo ad assecondare la sua richiesta di contatto materno, tanto che, da circa 20 giorni, mia figlia dorme sempre a letto con noi. Io sono molto contraria a questo approccio. Non voglio viziare mia figlia e quello che vorrei fare è metterla nel suo lettino e lasciarla lì fino a quando non si addormenta, ache a costo di farla piangere. A queste mie proteste, la pediatra risponde che non si possono viziare i bambini fino ai sei mesi.
Ho provato a metterla nella culla entro il terzo sbadiglio, poi ho provato ad aspettare la seconda fase. Nulla ha funzionato. La metto nella culla ed inizia a scalciare e ululare. A quel punto mi vengono in mente le parole della pediatra e la prendo in braccio.
Ho provato anche a darle il ciuccio. Lo tiene in bocca per cinque minuti e poi lo sputa. Quando glielo do nuovamente, inizia a sopportarlo per intervalli sempre più brevi.
Lei ama dormire nel lettone e, possibilmente, a pancia in giù. Quando dorme sul mio petto, sempre a pancia in giù, fa intervalli anche di 6 ore fra un pasto e l'altro.
Mi rendo conto che è sempre meno indipendente, perchè vuole essere in contatto con me ogni secondo e la cosa mi spaventa, perchè non è sano per lei ed io non riesco a fare nulla. Riesco a farla dormire da sola, per massimo 40 minuti, quando la metto, dopo averla addormentata, in centro al lettone.
Insomma, tutte le cattive abitudini sul sonno condensate in una sola bambina!
|
Prima di tutto vorrei chiederti se hai provato la fasciatura, l'aiuterebbe a sentirsi più avvolta (magari utilizzando una copertina che abbia il tuo odore). Sono certa che si possa trovare una soluzione lavorandoci insieme e senza lasciar piagere la bambina. A presto |
Io da mamma di una bimba che dorme con noi dico che è vero quello che dice la peditra...ha solo 40 gg...è stata 9 mesi nel tuo grembo...posso capire il suo bisogno di contatto..non specifichi se allatti al seno o meno...sicuramente l'allattamento materno ha maggior attaccamento alla mamma rispetto a biberon che può essere somministrato da chiunque. Io eviterei di farla piangere..è cois piccola che non è possibile parlare di capricci e vizi...sono BISOGNI...come li potrebbe esprimere se non "ululando" e scalcicando come dici? Cmq io con la fascia ho risolto tantissimo inizialmente la mettevo dentro e con le mani libere facevo le faccendo poi piano piano ho iniziato a metterla giu con me vicino..poi piano piano mi allontanavo e cosi ora dorme bene...nel lettone con noi..ma ne siamo fieri e contenti delle scelta...è piccola una volta sola e se abbiamo sbagliato lo sapremo solo piùavanti....ora a 6 mesi e non possiamo fare pronostici. Il consiglio che mi sento di darti è di essere meno severa con te stessa e con lei!
(17 Mar '14, 23:13)
lara
|
Certo è normale in questi primi mesi il desiderio di contatto. Concordo con Katia quando spiega di eseguire un piccolo passo per volta, ma teniamo ben presente le nostre prospettive per il futuro e le norme di sicurezza del sonno. Inoltre credo che sia doveroso far presente che, chi sceglierà per il bed-sharing protratto oltre i 6 mesi, sarà molto difficile togliere quest'abitudine al bambino e alla fine sarà lui a decidere quando andarsene dal letto dei genitori. Ora alcune informazioni e norme sulla sicurezza. Durante i primi 6 mesi, la U.S. Consumer Product Safety Commission (CPSC) e la American Academy of Pediatrics (AAP) concordano che per evitare tali rischi è preferibile far dormire il bambino in un lettino accanto piuttosto che nel letto dei genitori.
Secondo la teoria del Dr.Sear (noto sostenitore del bed-sharing) il bambino può dormire con il genitore solo se si seguono alcune norme sulla sicurezza. Quindi, oltre a queste regole di base, aggiungerei delle note sulla sicurezza in due differenti situazioni: se dorme da solo o con voi. Se dorme da solo
|
Goditi la piccola e fai piazza pulita di questi pregiudizi di una cultura del distacco tutta occidentale che vuole donne efficienti e neonati autonomi. E al contrario porta a donne non più capaci di ascoltare con amorevole istinto materno i propri figli e figli sempre più insicuri e dipendenti poiché non sono stati accolti nei loro primari bisogni di accudimento. |